Info generali
- Autori :
- Data : 15/11/2008
- Principali Materiali ed Attrezzature impiegate :
Gli attrezzi oggetto del test
- Stanley Block Plane 60 1/2 - Produzione corrente
- Lama di ricambio Stanley 12-504 - Produzione corrente
- Lama di ricambio Hock/A2 #BWA138 - ( FineTools #307662 )
Le attrezzature ed i materiali impiegati
- Squadra di precisione Starrett Serie 20-6
- Squadretta in ottone Richard Kell
- Calibro Palmer (Micrometro) centesimale per esterni:
Borletti MEL 1W - 0:25 mm. +/- 0.01 mm. - 20°C
- Calibro Palmer (Micrometro) millesimale per esterni:
Mitutoyo Digimatic ( 293-240 ) - 0:25mm. +/- 0.001 mm. - 20°C
- Carta abrasiva grane 100 / 180 / 240 / 400
- Colla spray riposizionabile 3M
- Lastra di vetro spessore 18 mm.
- Permanent Marker
- Guida di affilatura Veritas MK2
- Lastre diamantate DMT Duo Sharp
- Pietre sintetiche ad acqua (3000 / 6000 / 10000)
- Rettagolo ( mattonella ) in MDF
- Pasta abrasiva
- Stanley Block Plane 60 1/2 - Produzione corrente
Introduzione
Adesso, dopo aver affrontato il tuning della pialla e dei suoi componenti, è venuto il momento di affrontare la preparazione della lama, che consisterà in:

La rettifica prevede l'uso di carta abrasiva incollata su vetro ( o marmo ) e di qualche pietra diemantata DMT.
Lucidatura del dorso
La lucidatura prevede l'uso della mattonella in MDF in congiunzione con pasta abrasiva.

La lucidatura prevede l'uso della mattonella in MDF in congiunzione con pasta abrasiva.

La procedura prevede l'uso della guida Veritas MK2 in congiunzione con pietre diamantate DMT e pietre sintetiche giapponesi ad acqua di diverse grane.
La Lama
Passiamo adesso ad eseguire passo per passo le operazioni che abbiamo pianificato.
Tutte le operazioni descritte ed il test successivo si riferiscono alla lama di ricambio Stanley originale, dato che quella in dotazione alla pialla presentava qualche difetto che descriveremo qui di seguito.
Qualche considerazione sulla lama in dotazione
Analizzando la lama in dotazione alla pialla, essa presentava il bevel stranamente storto
pur essendo il filo della lama a squadra con i fianchi.
La cosa sembrava alquanto strana, e l'unica spiegazione poteva essere che lo spessore della lama non fosse costante lungo tutta la sua larghezza.
Infatti, tirato fuori il micrometro, e misurando lo spessore della lama ai due lati
effettivamente, come si può notare, c'era uno scarto pari a 0,13 mm. +/- 0,01 mm. tra il lato destro ed il sinistro.
Può sembrare poca cosa, ma ciò porta a quel difetto sul bevel principale.
Abbiamo senza indugio scartato questa lama.
La lama di ricambio Stanley
Procurataci senza esitare una lama di ricambio originale
questa si presentava col bevel sufficientemente dritto
Infatti, effettuata la misura di spessore ai due lati
lo scarto è risultato molto più contenuto ( 0,04 mm. +/- 0,01 mm. ), e quindi lo spessore stesso sufficientemente costante per i nostri scopi.
Questa sarà quella che provvederemo a preparare, affilare, ed impiegare per il nostro test.
Le lame after-market
Molte case costruttrici, come Lee-Valley, Lie-Nielsen, Hock, hanno disponibili delle lame di ricambio per pialle vintage e non, come per esempio Record e Stanley.
La Hock, per esempio, ha in produzione due lame di ricambio per la Stanley 60 1/2, una relativa a quelle vintage ed una relativa a quelle di produzione corrente.
Per curiosità abbiamo acquistato una lama di ricambio, in questo caso della Hock, in acciaio A2 con trattamento criogenico
adatta alla nostra block ( cogliamo l'occasione per ringraziare Dieter Dieter Schmid / Fine-Tools per averci fatto pervenire le lame in questione con celerità ed a condizioni di favore ).
E qui la musica è decisamente cambiata.
Analizzando il bevel
esso è apparso perfettamente dritto.
Infatti, effettuando le stesse misurazioni
lo spessore è risultato decisamente costante ( entro la tolleranza, +/- 0,01 mm., dello strumento di misura utilizzato ) lungo tutta la larghezza della lama stessa, e praticamente coincidente con lo spessore dichiarato dal fabbricante ( 3/32", pari a 2.38 mm. ).
E non poteva essere altrimenti, essendo le lame Hock di livello qualitativo molto elevato, forse sproporzionato rispetto alla qualità ed al costo della pialla in prova ( il costo di questa lama raggiunge quasi il costo dell'intera block ).
Comunque, in fase di test effettueremo anche una prova con queste stupende lame.
Preparazione della lama
Ritornando alla nostra lama ( quella di ricambio Stanley ), è venuto adesso il momento di prepararla.
Tutte le operazioni descritte ed il test successivo si riferiscono alla lama di ricambio Stanley originale, dato che quella in dotazione alla pialla presentava qualche difetto che descriveremo qui di seguito.

Analizzando la lama in dotazione alla pialla, essa presentava il bevel stranamente storto
Il bevel della lama in dotazione
pur essendo il filo della lama a squadra con i fianchi.
La cosa sembrava alquanto strana, e l'unica spiegazione poteva essere che lo spessore della lama non fosse costante lungo tutta la sua larghezza.
Infatti, tirato fuori il micrometro, e misurando lo spessore della lama ai due lati
La differenza di spessore per la lama in dotazione
effettivamente, come si può notare, c'era uno scarto pari a 0,13 mm. +/- 0,01 mm. tra il lato destro ed il sinistro.
Può sembrare poca cosa, ma ciò porta a quel difetto sul bevel principale.
Abbiamo senza indugio scartato questa lama.

Procurataci senza esitare una lama di ricambio originale
La lama di ricambio originale
questa si presentava col bevel sufficientemente dritto
Il bevel della lama di ricambio
Infatti, effettuata la misura di spessore ai due lati
La differenza di spessore per la lama di ricambio originale
lo scarto è risultato molto più contenuto ( 0,04 mm. +/- 0,01 mm. ), e quindi lo spessore stesso sufficientemente costante per i nostri scopi.
Questa sarà quella che provvederemo a preparare, affilare, ed impiegare per il nostro test.

Molte case costruttrici, come Lee-Valley, Lie-Nielsen, Hock, hanno disponibili delle lame di ricambio per pialle vintage e non, come per esempio Record e Stanley.
La Hock, per esempio, ha in produzione due lame di ricambio per la Stanley 60 1/2, una relativa a quelle vintage ed una relativa a quelle di produzione corrente.
Per curiosità abbiamo acquistato una lama di ricambio, in questo caso della Hock, in acciaio A2 con trattamento criogenico
La lama Hock per la Stanley 60 1/2 new
adatta alla nostra block ( cogliamo l'occasione per ringraziare Dieter Dieter Schmid / Fine-Tools per averci fatto pervenire le lame in questione con celerità ed a condizioni di favore ).
E qui la musica è decisamente cambiata.
Analizzando il bevel
Il bevel della lama Hock
esso è apparso perfettamente dritto.
Infatti, effettuando le stesse misurazioni
La differenza di spessore per la lama di ricambio Hock
lo spessore è risultato decisamente costante ( entro la tolleranza, +/- 0,01 mm., dello strumento di misura utilizzato ) lungo tutta la larghezza della lama stessa, e praticamente coincidente con lo spessore dichiarato dal fabbricante ( 3/32", pari a 2.38 mm. ).
E non poteva essere altrimenti, essendo le lame Hock di livello qualitativo molto elevato, forse sproporzionato rispetto alla qualità ed al costo della pialla in prova ( il costo di questa lama raggiunge quasi il costo dell'intera block ).
Comunque, in fase di test effettueremo anche una prova con queste stupende lame.

Ritornando alla nostra lama ( quella di ricambio Stanley ), è venuto adesso il momento di prepararla.
- Rettifica del dorso
La prima cosa che faremo, nella preparazione della lama, sarà quella di spianare adeguatamente il dorso della stessa.
Rettifica del dorso su lastra di vetro e carta abrasiva
Allo scopo utilizzeremo carta abrasiva ( 180, 240, 400 ) da usare a secco, ed una pietra diamantata ( DMT DuoSharp 8" grit 600/1200 ).
Il set utilizzato per la rettifica del dorso della lama
Adoperiamo per prima cosa della carta abrasiva grana 180 incollata sulla lastra di vetro
Dopo aver uniformemente passato il marker permanente sul dorso della lama
iniziamo la rettifica.
Dopo pochi passaggi, analizzando il dorso
Il dorso della lama appare essere convesso
esso è risultato essere convesso.
Continuiamo con la rettifica fino a che il colore non sia completamente scomparso
Ora il dorso dovrebbe essere ragionevolmente spianato.
Dopo averlo ricolorato, cambiamo grana passando alla 240.
Dopo poche passate, se lo ricontrolliamo
possiamo notare che ora il colore sta scomparendo uniformemente e contemporaneamente da tutte le sue zone.
Ora il dorso della lama è piatto.
Terminiamo la rettifica sulla 240, incolliamo sulla lastra di vetro la 400, ricoloriamo il dorso e continuiamo a rettificare fino a quando il colore non sia del tutto scomparso e la lama abbia una finitura uniforme.
Puliamo la lama con alcool per eliminare le tracce residue di marker.
Come si può notare
Un cutter Stanley riflesso nel dorso della lama
avremo ottenuto una perfetta spianatura ed una sufficiente finitura del dorso, e siamo adesso pronti per passare alla diamantata.
Finitura del dorso su diamantata DMT a doppia grana
Poco tempo sulla 600 grit prima, e sulla 1200 grit poi, hanno preparato il dorso
ad essere passato sulla serie di pietre.
Finitura del dorso su pietre giapponesi sintetiche ad acqua
Provvediamo adesso a passare soltanto gli ultimi cm. del dorso, dal lato del bevel, sulle pietre giapponesi.
Un veloce passaggio sulla serie 3000 / 6000 / 10000 preparerà adeguatamente il dorso alla lucidatura finale con pasta abrasiva e mattonella MDF.
- Lucidatura del dorso
Molte volte ci chiediamo il perchè dell'esigenza di lucidare il dorso della lama, e se sia soltanto un fattore estestico oppure esista una ragione tecnica ben precisa.
La risposta è ovviamente che esiste una ragione tecnica, e risiede nell'analisi della geometria del tagliente, e su come questo si venga poi effettivamente a formare.
La geometria del tagliente
Andiamo ad analizzare quindi una lama con configurazione bevel up, come nel nostro caso.
Come ci si può rendere conto dal seguente disegno
La geometria di una lama bevel-up
il filo della lama è formato dall'incontro di 2 superfici, ossia la superficie del dorso della lama e la superficie del (micro)bevel ( nel disegno è stato posto anche il microbevel ).
Ora, tale filo deve:
- Essere il più continuo possibile per avere una lama veramente affilata
Ciò implica che il microbevel verrà passato alla fine dell'affilatura su pietre a grana elevata, ed eventualmente lucidato anch'esso sulla mattonella di MDF.
- Essere formato da due superfici di finitura simile
Ciò anche per non infragilire il filo stesso.
Infatti, se le due superfici avessero finitura molto diversa, dalla parte del microbevel si avrebbe una superficie pressocchè continua, mentre dalla parte del dorso avremmo tanti piccoli segnetti (ed anche se ad occhio nudo non si vedessero, basta prendere una qualsiasi lente di ingrandimento ....) dovuti alla non perfetta finitura.
Per cui alla fine questo porterebbe al sicuro infragilimento del filo, con difficoltà nel taglio, finitura non buona della superficie piallata e perdita molto più "veloce" del filo della lama, che in pratica dovrà essere riaffilata spesso.
Ecco spiegata la ragione per la quale anche il dorso deve avere un'ottima finitura.
La lucidatura
Come preannunciato, utilizzeremo il metodo della mattonella di MDF.
La pasta lucidante e la mattonella di MDF utilizzate
Poco tempo, ed il dorso
è stato a specchio.
- Essere il più continuo possibile per avere una lama veramente affilata
- Affilatura
Come preannunciato, utilizzeremo la guida per affilatura Veritas MK2 con l'ausilio di carte abrasive grana 100 e 180 incollate sulla lastra di vetro, pietre diamantate DMT DuoSharp e pietre sintetiche giapponesi ad acqua.
Il set utilizzato per la formazione del bevel principale ...
Il set utilizzato per la formazione del tagliente ...
Considerazioni sull'angolo di bevel principale
La lama dispone di un bevel principale di 25° preimpostato in fabbrica.
La Stanley stessa però consiglia di dotare la lama di un bevel secondario pari a 5°, portando così l'angolo di taglio complessivo a:
25° + 5° + 13,5° = 43,5°
Ora, per irrobustire anche il tagliente, abbiamo pensato di portare l'angolo di bevel principale a 30° e dare un microbevel di 2° ( impostabile automaticamente sulla MK2 senza togliere e rimontare la lama ).
In tale maniera l'angolo di taglio effettivo diventerà:
30° + 2° + 13,5° = 45,5°
non molto distante da quello consigliato dalla Stanley, ma col vantaggio di avere un tagliente più robusto.
E' da dire che, in entrambi i casi, l'angolo di taglio effettivo è un buon angolo di impiego universale, adatto sia a tipi di legno "facili", sia a legni dalla figurazione un pò più complessa.
Predisposizione della MK2
Come precedentemente detto, daremo alla lama un bevel principale di 30°.
Prepariamo la MK2 predisponendo la slitta mobile per gli standard angles ( riferimenti gialli ), ed il jig ( dato in dotazione con la stessa ) al valore di 30°, sempre riferito agli standard angles
Il settaggio della MK2 ...
e tenendo il nottolino laterale di impostazione del microbevel ad ore 12, in posizione di riposo
ossia "nessun microbevel settato".
Provvediamo adesso a montare la lama sulla guida
controllando con una piccola squadretta l'allineamento a squadra dei suoi lati con la guida stessa, prima a destra
poi a sinistra
Nel caso in cui ci fosse un piccolo disallineamento, come in questo caso, piccoli colpetti dati con un martelletto di gomma o plastica ai lati della lama risolveranno il problema.
Una veloce ricontrollata con la squadretta
conferma che adesso i lati della lama sono a squadra con la guida.
Sbozzatura del bevel principale
Provvederemo ora a dare una prima sbozzatura al bevel principale della lama sulla carta abrasiva grana 100 incollata sulla lastra di vetro.
Come prima cosa coloriamo col marker permanente tutta la zona del bevel principale
Poichè l'angolo di partenza ( 25° ) è inferiore a quello a cui dovremo pervenire ( 30° ), mano mano che sbozziamo il materiale comincerà a consumarsi dalla parte del tagliente
accorciando la lama e sballando così l'angolo finale.
Alla fine della sbozzatura
l'angolo finale non sarà di 30°, ma leggermente maggiore, di un ammontare difficilmente quantificabile con esattezza, ma stimabile intorno a qualche grado.
Provvediamo adesso, dopo aver allentato i pomelli e rimontato il jig sulla MK2, a riposizionare la lama.
Ricontrolliamo l'allineamento con la squadretta e, dopo aver ricolorato il bevel
continuiamo con la sbozzatura.
Questa volta, poichè ora partiamo da un angolo con valore > 30°, il materiale verrà asportato incominciando dalla parte del bevel che sta verso l'interno della lama
Alla fine, l'angolo ottenuto sarà esattamente 30° ( questa volta, la lunghezza della lama non è cambiata ).
Queste considerazioni, ovviamente, sono valide per tutte quelle guide, e sono la maggior parte, che si basino sull'entità della protusione della lama dalla guida per impostare l'angolo, e soltanto in quei casi in cui l'angolo finale debba essere maggiore di quello di partenza.
Cambiamo ora grana passando alla 180, e continuiamo con la sbozzatura, fermandoci quando dal bevel saranno scomparsi tutti i segni lasciati dalla 100.
Una decina di passate saranno sufficienti allo scopo.
Siamo pronti ora a passare all'affilatura vera e propria, rifinendo prima il bevel principale sulle diamantate e poi terminando con la formazione del filo sulle pietre ad acqua.
Adoperiamo le diamantate
Continuiamo adesso a rifinire il bevel principale sulle pietre diamantate DMT ad umido, adoperando prima la Nera/Blu ( 220/325 grit ) e poi la Rossa/Verde ( 600/1200 grit ).
Non dimentichiamo, prima di passare alla blu, di arrotondare leggermente sulla nera gli estremi del bevel
Arrotondiamo gli spigoli del bevel ...
Ricordiamo inoltre di eliminare il burr ( ricciolo ) che si sarà formato, passando una o due volte di piatto il dorso sulla verde, avendo però l'accortenza di dare un'impercettibile inclinazione al tutto per non rovinare la finitura del dorso stesso.
Alla fine
Il bevel principale dopo il passaggio sulla DMT verde ( 1200 Grit ) ...
avremo ottenuto un bevel principale sufficientemente rifinito, a cui qualche passata ( solo a trazione )
... e dopo la lucidatura sulla mattonella in MDF
sulla mattonella MDF con poca pasta abrasiva non farà certo male
Adesso siamo finalmente pronti per la formazione del tagliente vero e proprio, da farsi sulle pietre ad acqua ed impostando la MK2 con un microbevel di 2 gradi, ponendo ad ore 6
il nottolino laterale della stessa.
Per prima cosa però spianeremo adeguatamente le pietre giapponesi.
Spianatura delle piestre giapponesi
Incolliamo con la colla spray la carta abrasiva di grana 180 sulla lastra di vetro, con una matita facciamo dei segni
Tracciamo dei segni sulla pietra con la matita ...
sulla faccia della pietra che deve essere spianata, ed iniziamo la spianatura.
Effettuati pochi passaggi, notiamo che la pietra era concava
La pietra era concava ...
continuiamo fino a che tutti i segni siano scomparsi.
Rifacciamoli
Ritracciamo i segni sulla pietra ...
e continuiamo con la spianatura.
Se dopo pochi passaggi controlliamo nuovamente, noteremo che ora i segni
I segni stanno scomparendo uniformemente e contemporaneamente dalla pietra ...
stanno scomparendo tutti uniformemente e contemporaneamente dalla pietra, e quindi siamo sicuri che questa sia ora ragionevolmente piatta.
Continuiamo fino a che tutti i segni non siano scomparsi.
Questa procedura, che ricordiamo va fatta a secco, andrà ovviamente ripetuta per tutte le pietre che si intendono utilizzare.
Formazione del microbevel sulle pietre giapponesi - Creazione del filo
Andremo adesso a creare il filo vero e proprio.
Procediamo sulla prima pietra ( nel nostro caso una 3000 ), effettuando passate molto leggere e soltanto a trazione, pena molto probabili impuntamenti della lama e danneggiamento della pietra.
Attenzione a distribuire la pressione ( poca ) omogeneamente sulla lama.
Quando vedremo che il microbevel si sarà formato ( 1/2 mm., o anche meno, sono più che sufficienti ), passiamo alle altre pietre ( nel nostro caso 6000 e 10000 ).
Si abbia la premura di eliminare ogni tanto il "burr" ( ricciolo ) che si viene a formare, facendo poche passate del dorso sulla pietra, di piatto.
Alla fine, in pochissimo tempo ( qualche minuto su ogni pietra ), avremo ottenuto
un ottimo tagliente perfettamente lucido ed affilato.
Il Test
Il prossimo passo sarà quello di mettere alla prova la nostra block, così preparata, su diversi tipi di legno.
Sarà effettuato anche un test con la lama Hock in nostro possesso, in modo da testare le potenzialità della pialla una volta equipaggiata con una lama di livello qualitativo molto elevato.
Fine Terza Parte
... trucioli ...
Sarà effettuato anche un test con la lama Hock in nostro possesso, in modo da testare le potenzialità della pialla una volta equipaggiata con una lama di livello qualitativo molto elevato.
Fine Terza Parte
by ArcaDiLegno - 2008