Info generali
Introduzione
La pialla per spianare (bench plane) rappresenta uno degli attrezzi indispensabili per la lavorazione del legno.
Tale attrezzo permette di rimuovere trucioli di spessore regolabile e viene utilizzato per spianare la superficie di un pezzo di legno, di squadrarne i lati, di levigarne i lati alla perfezione.
Generalmente, le pialle per spianare possono essere in legno o in metallo, essendo queste ultime in genere dotate di maggiori possibilità di regolazioni.
La pialla in legno ha fatto la storia della falegnameria da migliaia di anni.
Le prime descrizioni di pialle risalgono addirittura agli antichi Greci e all’epoca dei Romani la pialla era un attrezzo conosciuto e molto utilizzato.
Dopo il periodo buio del Medioevo, è con il Rinascimento che le pialle in legno diventano le fedeli compagne di ogni falegname-ebanista, raggiungendo nei secoli successivi il massimo della loro specializzazione, con modelli idonei a svolgere qualsiasi lavoro, tanto da tenere testa alle emergenti pialle in metallo.
Una tipica pialla da spianatura dell’Ottocento veniva fabbricata a partire dalla parte centrale di tronchi di faggio stagionati per almeno tre anni, con la suola ricavata dalla zona subito adiacente alla corteccia.
Anche oggi il pezzo di legno, scelto in modo che il senso della venatura vada dalla parte anteriore verso quella posteriore, è dotato di una cavità (throat) in cui viene ospitata la lama, il contro-ferro (se presente) e il cuneo di bloccaggio che si inserisce di solito in due recessi creati nei lati del corpo-pialla.
La cavità è scavata in modo da tenere la lama ad una angolazione fissa di 45-50° e da costituire, nella parte inferiore, una stretta apertura, la bocca (mouth), di ampiezza tale da permettere un taglio ottimale nella maggior parte delle situazioni (esistono comunque anche pialle in legno con bocca regolabile).
La pialla può non avere manico (solitamente nei modelli di piccole dimensioni) oppure avere un manico nella parte posteriore di tipo aperto (tote) o di tipo chiuso.
Molto spesso frutto di autocostruzione, queste pialle si ritrovano praticamente in ogni taglia, spesso create apposta per un particolare tipo di lavoro.
Non sono rari esemplari che superano il metro di lunghezza o addirittura, come nel caso di un modello utilizzato soprattutto dai fabbricatori di botti
installate capovolte su due cavalletti e sulle quali il pezzo di legno veniva spinto per la piallatura (una, trovata in una bottega di bottaio a New York, misurava 275 cm, per 57 kg di peso!).
Tale attrezzo permette di rimuovere trucioli di spessore regolabile e viene utilizzato per spianare la superficie di un pezzo di legno, di squadrarne i lati, di levigarne i lati alla perfezione.
Generalmente, le pialle per spianare possono essere in legno o in metallo, essendo queste ultime in genere dotate di maggiori possibilità di regolazioni.
La pialla in legno ha fatto la storia della falegnameria da migliaia di anni.
Le prime descrizioni di pialle risalgono addirittura agli antichi Greci e all’epoca dei Romani la pialla era un attrezzo conosciuto e molto utilizzato.
Dopo il periodo buio del Medioevo, è con il Rinascimento che le pialle in legno diventano le fedeli compagne di ogni falegname-ebanista, raggiungendo nei secoli successivi il massimo della loro specializzazione, con modelli idonei a svolgere qualsiasi lavoro, tanto da tenere testa alle emergenti pialle in metallo.
Una tipica pialla da spianatura dell’Ottocento veniva fabbricata a partire dalla parte centrale di tronchi di faggio stagionati per almeno tre anni, con la suola ricavata dalla zona subito adiacente alla corteccia.
Anche oggi il pezzo di legno, scelto in modo che il senso della venatura vada dalla parte anteriore verso quella posteriore, è dotato di una cavità (throat) in cui viene ospitata la lama, il contro-ferro (se presente) e il cuneo di bloccaggio che si inserisce di solito in due recessi creati nei lati del corpo-pialla.
La cavità è scavata in modo da tenere la lama ad una angolazione fissa di 45-50° e da costituire, nella parte inferiore, una stretta apertura, la bocca (mouth), di ampiezza tale da permettere un taglio ottimale nella maggior parte delle situazioni (esistono comunque anche pialle in legno con bocca regolabile).
La pialla può non avere manico (solitamente nei modelli di piccole dimensioni) oppure avere un manico nella parte posteriore di tipo aperto (tote) o di tipo chiuso.
Esploso di una pialla in legno
Molto spesso frutto di autocostruzione, queste pialle si ritrovano praticamente in ogni taglia, spesso create apposta per un particolare tipo di lavoro.
Non sono rari esemplari che superano il metro di lunghezza o addirittura, come nel caso di un modello utilizzato soprattutto dai fabbricatori di botti
installate capovolte su due cavalletti e sulle quali il pezzo di legno veniva spinto per la piallatura (una, trovata in una bottega di bottaio a New York, misurava 275 cm, per 57 kg di peso!).
Le Pialle per spianare in Legno
- BENCH PLANES
A parte le numerose variazioni dal tema, tre sono le bench in legno che non possono mancare nel laboratorio:
lo sbozzino (Jack plane - lunghezza 40-43 cm)
Sbozzino ( Jack plane )
la pialla lunga (Trying plane - lunghezza 50-60 cm e oltre)
Piallone per spianare ( Trying plane )
e la pialla per spianare classica (Smoothing plane - 20-23 cm)
Pialla ( Smoothing plane )
utilizzate rispettivamente per sgrossare la superficie, renderla perfettamente piana e lisciarla, pronta per la finitura.
La regolazione del ferro (lama) in questo tipo di pialle richiede un po’ di pazienza per trovare la posizione più adatta alla piallatura.
La cosa migliore è di inserire e bloccare col cuneo la lama (basta un colpo deciso di mazzuolo) in modo che non fuoriesca dalla suola, ma sia praticamente a filo con essa.
A questo punto si batte sulla sommità del ferro con colpi molto lievi e, ad ogni colpo, si prova a piallare, fino a che non cominceranno a prodursi i primi trucioli.
Se la lama fuoriesce troppo, si agisce battendo sulla parte posteriore del corpo pialla o sulla parte superiore, dove spesso sono installati dei “bottoni” metallici o lignei atti allo scopo.
Con un po’ di pratica l’operazione richiederà poco tempo e sarà fatta con facilità.
- PIALLE PER SUPERFICI CURVE
Queste pialle venivano utilizzate per spianare superfici curve, concave o convesse.
Abbastanza comuni sono le pialle a compasso con curvatura della suola fissa o regolabile.
Pialla a compasso regolabile
Una gran quantità di modelli furono creati per i fabbricanti di botti, atti a piallare le superfici curve tipiche di quei contenitori.
Coppia a suola convessa e concava
Pialletto a suola convessa
- PIALLE DI TRANSIZIONE ( Transitional planes )
Le pialle indicate con questo termine sono appunto pialle di transizione, ibridi tra le pialle in legno e quelle in metallo.
Hanno il corpo pialla in legno, sul quale è creato uno scavo in cui viene inserita la piastra centrale (frog), tipica quest’ultima delle pialle in metallo.
In questo modo si hanno a disposizione tutte le regolazioni fini proprie di questo sistema, semplificando la produzione e contenendo i costi.
Prova ne è il gran numero di modelli che i produttori, Stanley fra i primi (18 modelli diversi), hanno messo a disposizione, con misure che vanno dai 18 cm ai 76 cm.
Fa eccezione la regolazione dell’apertura della bocca: in queste pialle, la suola lignea fornisce col suo spessore appoggio alla parte inferiore della lama.
La piastra centrale, più corta che nei modelli metallici, complementa l’appoggio della lama per la parte superiore.
Questo obbliga ad un perfetto allineamento tra la piastra centrale e letto ligneo.
Quando si sposta il frog in avanti o indietro per regolare la bocca, si perde questo allineamento rendendo l’appoggio per il ferro meno efficiente.
Note Finali
Non molto apprezzate dai collezionisti, le pialle in legno sono state tuttavia molto diffuse e popolari, unendo il feeling della pialla in legno alla innovazione tecnica del sistema di regolazioni introdotto da Stanley nelle pialle in metallo.
by ArcaDiLegno - 2007